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Cogliamo l’occasione della vittoria del Premio Franco Fedeli 2015 di Piergiorgio Pulixi con Il Canto degli innocenti per complimentarci con lui e riportare la cronaca dell’incontro del 28 ottobre.

Il 28 ottobre 2015 mestierelibro ha inaugurato i suoi corsi presso la sede di Baratto Libero. La serata si è conclusa con una visita presso la Ubik di Monterotondo per assistere a un nuovo incontro con i libri di Piergiorgio Pulixi autore prolifico e comunicativo che qui a Monterotondo ha un seguito di fedeli lettori. L’autore ha presentato Per sempre, terzo capitolo della saga dell’ispettore Biagio Mazzeo.

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PER SEMPRE
Piergiorgio Pulixi
edizioni E/O
2015, pp. 304
ISBN: 9788866326847
Collana: Sabot/age
Disponibile in ebook
€ 16,50

 

 

La paura è più forte dell’amore e l’ispettore Mazzeo l’ha vissuto sulla sua pelle.
Per la prima volta il poliziotto è tentato di lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da zero con Nicky, la ragazzina che gli è stata affidata. I suoi nemici non sono dello stesso parere e lottare per la sopravvivenza sarà di nuovo l’unica opzione possibile.
Mazzeo, combattuto tra il desiderio di essere un capo freddo e temuto come Ivankov, il mafioso ceceno da cui è ossessionato, e l’amore fraterno per i suoi uomini, dovrà decidere una volta per tutte chi essere e da che parte stare, e scegliere tra l’amore per la sua “famiglia” e il potere. In un finale che cambierà per sempre il suo destino, Mazzeo scoprirà che la vendetta non è un’arte ma una scienza. (dalla quarta di copertina)

Piergiorgio Pulixi, La notte delle pantere

 

La presentazione si apre con i complimenti all’autore per la vittoria del Premio Glauco Felici 2015 con il romanzo La notte delle pantere Edizioni E/O, secondo capitolo della saga dell’ispettore Biagio Mazzeo.

Il terzo capitolo, appena uscito in libreria, Per sempre, ha per protagonista l’ispettore Mazzeo, capo del “branco”, la squadra della sezione narcotici che agisce in una città a cui l’autore preferisce non dare un nome. In uno dei precedenti incontri Pulixi ne aveva spiegato il perché.
Le ambientazioni in cui si svolgono le mie storie sono “non luoghi”. Scrivo polizieschi e il mio autore di riferimento è Ed McBain con la sua serie di romanzi dell’87º Distretto. McBain non localizzava le sue storie in una città reale e lo faceva per non avere limitazioni dal punto di vista narrativo. Io non volevo che il luogo prevalesse sui personaggi. Per questo motivo chiamo la città immaginaria “giungla”.

In questo ultimo romanzo l’evoluzione della storia porterà Mazzeo a scendere a compromessi per salvare il suo “branco”.

Per sempre è il romanzo delle conseguenze. L’ispettore inizierà a fare i conti con quello che significa essere capo e con le responsabilità che comporta. Ivankov lo aveva avvisato di non abbandonarsi all’amore, ma Mazzeo non è un filosofo, non ha fatto studi classici, è un uomo che viene dalla strada, vuole tutto e lo vuole subito, e inizierà a pagarne le conseguenze.
L’uomo della copertina rappresenta Mazzeo che, sotto la camicia squarciata, mostra quello che gli brucia nel petto: un uomo mentre avanza fra le fiamme. Quell’uomo è Ivankov”

E se da un lato Mazzeo attrae per il suo “magnetismo animale”, come lo chiama Piergiorgio, ci sono momenti in cui l’«uomo» mostra le sue debolezze. Il personaggio di Mazzeo è costruito fin nei minimi dettagli, come gli altri personaggi, tutti ben delineati e riconoscibili nelle loro caratteristiche. Alla domanda se tecnicamente si costruisce prima il personaggio o la storia Piergiorgio risponde che la storia di Biagio Mazzeo è corale.
Ciascun personaggio ha una sua storia individuale e ogni storia si incastra e fa parte di un progetto più complesso e ampio. Quando penso al romanzo penso a un mostro con tante teste. Tecnicamente sto dentro questa storia da tempo. Il primo libro è uscito nel 2012. Ho studiato il personaggio di Mazzeo per circa tre anni ed è la summa di varie persone, anche reali.
Pulixi dice di mantenersi distante rispetto alla fisicità dei personaggi, mentre scava nel vissuto più intimo, senza compiacimento, ma per dare spessore alle infinite sfaccettature che ne fanno il carattere.

Piergiorgio PulixiUso la tecnica della “prospettiva variabile” cerco di mollare il personaggio negli attimi cruciali per lasciare il lettore con il fiato sospeso e spingerlo a proseguire fino alla fine. Questa tecnica è tipica degli sceneggiatori. Quando iniziamo a lavorare abbiamo già la scaletta con tutte le scene preparate, sappiamo anche in quale giorno andremo a lavorare su quella scena, seguendo la scaletta. Andando avanti con il lavoro di costruzione, scena dopo scena, ogni personaggio diventa parte di te e tu parte di lui. L’autore, il romanziere, è molto più simile all’attore, si deve calare totalmente nel personaggio, diventare e agire come lui e a volte i personaggi diventano fantasmi dentro cui ti cali e questo fa si che il lettore si trovi a vivere direttamente la storia, viene teletrasportato in una dimensione altra che è qualcosa di più che leggere.
Secondo me tutte le azioni di Biagio sono dettate dall’amore anche se la sua storia parte dalle violenze subite dell’infanzia, dal momento stesso in cui ruba una bambola per regalarla alla sua amica Donna. Questa sarà la motivazione più grande a spingerlo verso la vendetta. Tutto il libro si gioca sulla vendetta e sulla dualità fra la vendetta degli uomini e la vendetta delle donne, più fredde, pratiche, razionali, capaci di comprendere che la morte non è il punto più alto della vendetta, ma è piuttosto la privazione di quanto di più caro abbiamo. Le donne vendicatrici sanno capire dove colpire e soprattutto quando.

Il ruolo delle donne è fondamentale nella vita di Mazzeo a partire dal legame con la madre, la prima donna importante nella sua vita, un rapporto affettivo viscerale che ora riversa su Niki, la figlia del suo collega, nata insieme alla squadra e ormai adolescente. Un personaggio apparso anche nel precedente libro di Pulixi Il canto degli innocenti.
La figura della madre è completamente defilata nel romanzo, anche se l’autore racconta di aver creato una serie di scene con lei come protagonista. Successivamente, in fase di editing, l’editor ha consigliato la scelta di lasciare la madre in ombra, per creare un’ulteriore slabbratura nella vita di Biagio, derivata dal suo non accettare la sottomissione della madre alla violenza del marito. Nelle scene tagliate il rapporto fra madre e figlio aveva un preciso movimento nello scorrere della storia, che si manifestava nei momenti in cui la donna, per sottrarre il bambino alla crudeltà del padre lo mandava a giocare per strada. Di fondo Mazzeo è un fragile, la sua insicurezza è causata dai disagi vissuti nell’infanzia, compensati ora dalla forza e dal coraggio delle persone che gli sono vicine.

Piergiorgio Pulixi, Per semprePer Niki, invece, Biagio rappresenta la figura dell’eroe: è un uomo di potere, fisicamente possente, ricco, il loro rapporto è idilliaco e quando è con Niki il resto non esiste: è la parte più pulita di lui. questa ragazzina l’ha cresciuta, è nata insieme alla squadra e Biagio vuole per lei un futuro diverso dal suo. È questo il dramma che vivrà nel romanzo.
Quando scrivi un romanzo non puoi avere dei filtri, sei schiavo della storia, devi portare il lettore dove la storia porta i personaggi. La storia dove le emozioni sono così forti e la voglia di vivere si estrinseca negli istanti più violenti. C’è una scena di sesso molto forte e racconta di un personaggio completamente allo sbando. Una scena delle più particolari del noir, ma per me era necessaria perché Biagio doveva risvegliare, in quel particolare momento, i suoi istinti più bestiali.
Per sempre è ispirato al Macbeth di Shakespeare. Avevo l’idea di portare l’epica, la tragedia classica dentro il noir. Sono partito dai romanzi d’appendice dell’ottocento, da Hugo o Dumas per raggiungere la tragedia classica, una tragedia che rimanesse ancorata al presente. Mazzeo è un personaggio tragico e come Macbeth pagherà le conseguenze delle sue azioni.
E qui Piergiorgio cita R.L. Stevenson: Tutti, prima o poi, siedono a un banchetto di conseguenze.

Il titolo Per sempre è ripreso dalla canzone di Nina Arzilli, è la canzone di Biagio e Niki. Questa saga ha per tema le relazioni familiari, anche quelle che non sono di sangue e le parole della canzone sembrano proprio descrivere Biagio: un uomo che affoga nei suoi errori, che ha finto di essere qualcuno diverso da lui. Questa è la canzone di Biagio e di Niki. Lo ha capito Biagio appena l’ha sentita.
Il titolo originario del libro era: Qualcosa per cui morire, ma in editoria è vietato mettere nel titolo qualcosa legato alla morte. Di solito non scrivo mai quando sono in tourn, perché i vari spostamenti e gli incontri con il pubblico mi distraggono dalla scrittura, ma in questo caso volevo avere un legame con i lettori e in questi giorni sto scrivendo le ultime pagine del quarto romanzo che uscirà a maggio.

Piergiorgio PulixiPiergiorgio si è dimostrato interessato e attento alle domande dei lettori e degli allievi dei corsi di mestierelibro, proponendo consigli e riflessioni sulla scrittura e sul laboratorio dello scrittore.

Per scrivere occorre sapere usare tutti i ferri del mestiere e soprattutto quando scrivi devi essere tantissime cose: attore, psicologo, poliziotto, giornalista, medico e così via. Si può imparare a scrivere, ma occorre avere anche un pizzico di talento. E poi occorre tanta disciplina. Io mi alzo alle 5 del mattino e scrivo per circa 4 ore. Tutti i giorni, anche quando non ne ho voglia, ma è il mio lavoro: quando devi andare al lavoro lo fai anche se non ne hai voglia.

L’autore
Piergiorgio Pulixi è nato a Cagliari nel 1982. Fa parte del collettivo di scrittura Sabot creato da Massimo Carlotto di cui è allievo. Insieme allo stesso Carlotto e ai Sabot ha pubblicato Perdas de Fogu, (edizioni E/O 2008), e singolarmente il romanzo sulla schiavitù sessuale Un amore sporco inserito nel trittico noir Donne a Perdere (Edizioni E/O 2010). È autore della saga poliziesca di Biagio Mazzeo iniziata col noir Una brutta storia (Edizioni E/O 2012), miglior noir del 2012 per i blog Noir italiano e 50/50 Thriller, e finalista al Premio Camaiore 2013, e proseguita con La notte delle pantere (Edizioni E/O 2014) e Per sempre (edizioni E/O 2015). Nel 2014 per Rizzoli ha pubblicato anche il romanzo Padre Nostro e il thriller psicologico L’appuntamento (Edizioni E/O), miglior thriller 2014 per i lettori di 50/50 Thriller. Nel 2015 ha dato alle stampe Il Canto degli innocenti (Edizioni E/O) primo libro della serie thriller I Canti del Male.
Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sul Manifesto, Left, Micromega e Svolgimento, e in diverse antologie. I suoi romanzi sono in corso di pubblicazione negli Stati Uniti, Canada, e Regno Unito. (dal sito della casa editrice)

Giusi R.

È sempre un piacere incontrare alla Ubik di Monterotondo gli autori più gettonati, dai lettori e dai librai
Valentina Nardoni ha presentato i romanzi di Domenico Dara e Piergiorgio Pulixi, rigorosamente in ordine alfabetico, come due libri e due generi completamente diversi. Gli stessi protagonisti, sono figure del tutto opposte.

Domenico Dara, Piergiorgio Pulixi

Foto ©Mestierelibro

Breve trattato sulle coincidenze, Nutrimenti edizioni, romanzo ambientato in Calabria nel 1969, ha per protagonista un postino, uomo solitario che ha difficoltà a rapportarsi con le donne ma con il dono di imitare le grafie altrui. Per lui si tratta di “registrare, in forma di coincidenze, le epifanie del Caso”. Ne conosceremo il nome e il suo particolare significato solo all’ultima riga del romanzo.

Domenico Dara, Breve trattato sulle coincidenze

Piergiorgio Pulixi, Valentina Nardoni, Domenico Dara

Il canto degli innocenti, Edizioni e/o, invece, mette in scena un nuovo commissario di polizia, Vito Strega, un personaggio che, a differenza del postino, “strega” le donne che gravitano intorno a lui. Primo romanzo del progetto I canti del Male: una saga composta da tredici thriller che promettono coinvolgimento e riflessione.

La presentazione inizia con il romanzo di Domenico Dara

Domenico Dara

Domenico Dara

Breve trattato sulle coincidenze è un romanzo ambientato nel momento storico dello sbarco sulla luna, all’interno di un microcosmo, il piccolo paese calabrese di Girifalco, dove la narrazione gioca sull’intreccio di storie e personaggi che si attraggono l’un l’altro. Un vero studio antropologico sulla realtà calabrese che sottolinea l’importanza della figura della donna.

I paesani, le mogli, le madri si nascondono dietro le persiane per chiacchierare del tempo dei sogni, dell’amore e per nascondere segreti importanti. È ancora così?

Non posso parlare della donna se non inizio dal protagonista e dal suo particolare modo di guardare le donne in una società profondamente matriarcale dove la figura femminile è declinata in tutte le sue sfumature. Il postino è un voyeur, sia esistenziale che erotico. Per lui le donne sono da guardare da lontano, non sopporta il contatto umano. Un comportamento verso il mondo che dà centralità alla vista.

Il postino sa tutto del paese e si muove al suo interno per conoscerne il passato, il presente e cambiare il futuro. Il postino è una figura molto colta. Quanto c’è di reale in lui? Il personaggio è ispirato a una figura mitologica e letteraria in particolare?

Domenico DariaDi reale c’è poco. Il riferimento alla mitologia greca è chiaro. Il postino è Ermes: il tramite di comunicazione tra terreno e divino. Il postino è un demiurgo con compiti analoghi a un dio creatore e ordinatore anche se, aprire leggere e modificare le lettere indirizzate ai cittadini è intrufolarsi nelle vite altrui. Il problema del libro era rendere il postino un personaggio positivo, nonostante questa sua presunzione. Per farlo occorreva renderlo un giustiziere, in questo modo, infervorati dalla ricerca di giustizia, possiamo dimenticare la sua colpa. Scopriamo il suo nome solo alla fine del libro perché non è un nome usuale e ha un suo significato che spiega molte cose e ci spinge a rileggere il libro. E allora ci si chiede: ma questo postino è un personaggio reale o un’entità; è il destino che si è personificato nel postino, è un elemento del compiersi in un destino? Il libro offre diversi livelli di lettura.
Quello politico/sociale che si personifica in Ciccio il rosso, l’istanza politica del libro, che lotta contro il sindaco per impedire l’apertura della discarica e arriva a scrivere una lettera a Enrico Berlinguer.
L’aspetto amoroso, che è fondamentale. La prima lettera che incuriosisce il postino è una lettera senza mittente, con un sigillo di ceralacca e un mistero nascosto. È una lettera d’amore, e lui sa riconoscere le lettere d’amore.
La ricerca del senso. Il postino è assillato dal senso della vita e della venuta al mondo. A lui piace la fiaba di Pollicino, lo affascinano quei sassolini bianchi che indicano la via da percorrere, e si chiede se quei sassolini non siano coincidenze che ci indicano la strada.
L’uso della lingua, un misto di italiano e calabrese. Ho impiegato nove anni per scrivere il libro e tre anni sono serviti solo per curare l’aspetto linguistico del libro, per rendere la lingua fruibile dal pubblico.

 La parola passa a Piergiorgio Pulixi e al suo Il canto degli innocenti

Piergiorgio Pulixi, Il canto degli innocentiPer appartenenza al genere vorrei dire che le coincidenze non esistono ma ascoltando Domenico penso che nella mia vita ce ne siano state molte, non come coincidenze in quanto tali, ma perché credo che le persone si influenzino, credo nella loro energia.

Questo è il primo libro di una serie che ha per protagonista il commissario Vito Strega. Le sue donne sono tutte in carriera, diverse dalle donne calabresi che racconta Domenico. Come hai lavorato per la costruzione dei personaggi nella storia?

Nell’ambiente maschilista in cui lavora, Vito Strega sente un disagio nel rapporto fra i suoi colleghi e qui trovo alcune similitudini con il postino, ma quando interviene lui, a differenza del postino, il destino ha già fatto il suo corso. Se lui non fosse già circondato da molte figure femminili, le cercherebbe perché quasi inconsapevolmente desidera la presenza delle donne per alleviare il peso del lavoro e dei suoi tormenti. Fra le donne c’è anche una gatta nera e gelosa, Sofia, lei si è presentata da sola e non se ne è più andata, è autonoma come tutti i gatti. Non è lei ad avere bisogno di Vito, ma il contrario.

Piergiorgio Pulixi

Piergiorgio Pulixi

Incuriosisce che lui vada ad indagare non solo nelle famiglie delle vittime ma anche degli assassini, che sono tutti ragazzini.

Si, gli omicidi avvengono tutti per mano di adolescenti fra i 14 e i 16 anni, tutti con la stessa modalità. La particolarità di questi omicidi è che i ragazzi/carnefici non scappano mai dalla scena del crimine. Le ipotesi per spiegare questo comportamento anomalo sono molte. Si pensa a una sorta di ribellione collettiva, a un ideale, ma il punto focale è la famiglia. L’adolescenza è un momento di crescita molto particolare che corrisponde a un periodo di crisi, difficile da superare. In questi tempi di crisi sociale e famigliare, che vede spesso i genitori perdere il lavoro, gli adolescenti non hanno punti di riferimento sicuri, e visto che non hanno più un faro che li guidi e li sostenga, se lo vanno a cercare, o lo creano sul web. La loro alienazione tracima in questo mezzo pericoloso, se non controllato, un romanzo sulla transizione fra gli adolescenti e il mondo degli adulti. L’argomento dei possibili pericoli del web crea un legame con il mio romanzo precedente “L’appuntamento“.

Rispetto ai videogiochi, alla dipendenza, all’alienazione e al rapporto con un mondo virtuale ripensando proprio al tuo precedente romanzo, “L’appuntamento”, tu frequenti qualche videogioco?

Esistono videogiochi simili a quelli che racconto, li ho frequentati per scrivere il libro. I videogiochi hanno una drammaturgia in cui tu sei il protagonista e dal punto di vista narrativo sono molto coinvolgenti e ti permettono di allontanare tutte le ansie della vita. Nei videogiochi on-line ci sono 2 identità: quella virtuale e quella reale. Questo tema del doppio è molto affascinante ma anche pericoloso, perché i ragazzini del romanzo hanno perso il contatto con la realtà.

È un gioco psicologico in cui questi giovani omicidi agiscono in modo inconsapevole. Il racconto condotto sul doppio piano, psicologico e dell’azione/indagine rende questo romanzo ancora più coinvolgente.

In qualche modo i romanzi polizieschi/thriller hanno lo scopo di far sfogare le ansie ed esorcizzarle. Rispetto al burattinaio spesso per combattere le ansie della vita devi affidarti a qualcuno più grande di te. Questi ragazzi hanno creato qualcosa che dia ragione alle ansie, una sorta di religione che li aiuti a fare un po’ di giustizia nelle loro vite. E lo fanno nel modo sbagliato.

Piergiorgio Pulixi, Il canto degli innocenti

Piergiorgio Pulixi

Ultima domanda: Biagio Mazzeo o Vito Strega: chi sarà il protagonista del prossimo libro?

A ottobre torna Biagio perché la vendetta è donna e chiede di essere soddisfatta.

Titolo: Per sempre.

Il prossimo di Domenico?

Tra nove anni…! Non dedico alla scrittura un tempo definito.

Quando scrivo, dice Piergiorgio, una storia per me diventa un’ossessione e non smetto finché non viene pubblicata. Solo allora mi do pace altrimenti continuo a lavorare. È così anche per te?

Io ho questo modo di scrivere: non lavoro su un libro. Ogni storia ha un quaderno. Ogni giorno se trovo uno stimolo, una lettura, una conoscenza che riguarda quella storia, la scrivo sul suo quaderno. Così ogni storia si costruisce a tasselli.
Inoltre c’è uno sfasamento fra i libri già pubblicati, quelli di cui stiamo parlando questa sera e che appartengono al passato, mentre noi siamo ossessionati da altri personaggi, quelli su cui stiamo ancora lavorando.

Piergiorgio Pulixi ha voluto inoltre ricordare l’antologia Nessuno ci ridurrà al silenzio.

La Fondazione ONLUS Attilia Pofferi ha voluto creare questa antologia con lo scopo di divulgare la consapevolezza verso il problema amianto, apparentemente rimosso dalla coscienza collettiva, ma tutt’ora presente, tramite un’opera letteraria. All’invito a partecipare hanno aderito scrittori di altissimo livello, gratuitamente. Maurizio de Giovanni ha voluto esserne il curatore e ci è stato, e ci è sempre, molto vicino. I fondi che raccoglieremo saranno impiegati per premi di laurea, borse di studio e altro, da erogare a giovani laureati, per studi nel campo delle malattie provocate dall’amianto. Il libro è in vendita nelle librerie di tutta Italia, costa 13 euro, è composto da 11 racconti originali e 4 testimonianze. Anche gli scrittori che vi hanno partecipato , avendo letto anche i racconti degli altri, ne sono rimasti soddisfatti.
Gli scrittori che hanno partecipato sono:
Alessandro Berselli, Massimo Carlotto, Maurizio de Giovanni, Angelo Ferracuti, Lorenza Ghinelli, Jacqueline Monica Magi, Federico Pagliai, Alberto Prunetti, Piergiorgio Pulixi, Patrizia Rinaldi, Giampiero Rossi. Testimonianze di Luca Cavallero,e interviste di Paolo Lihedom e Valentina Vettori (a cura di Alberto Prunetti) e di Alberto Vivarelli (a cura di Valentina Vettori).

Nessuno ci ridurrà al silenzioDalla quarta di copertina

La Polvere entra nei polmoni e sconvolge la vita di donne e uomini. Poco importa se è quella che brucia per le esalazioni degli incendi della Terra dei Fuochi o quella che proviene dalla lavorazione dell’amianto nelle fabbriche. Si insinua nelle viscere del tuo corpo per distruggerlo, con calma, senza fretta. Ma prima o poi si deve fare i conti con la Polvere che proviene da tanti anni vissuti in una fabbrica, semplicemente per lavorare e per portare i soldi di uno stipendio a casa. Sono storie di vita e dolore quelle che gli scrittori di quest’antologia ci raccontano. I protagonisti sono uomini e donne semplici, lavoratori, casalinghe, bambini che hanno avuto la sfortuna di frequentare un luogo maledetto, una fabbrica di amianto o una campagna usata dalla criminalità organizzata per sversare rifiuti tossici. Ma a distanza di tanti anni c’è chi non dimentica e chi decide di non tacere…

Giusi R.

Incontro con i protagonisti della collezione Sabot-age, edizioni E/O, diretta da Colomba Rossi e curata da Massimo Carlotto, nell’ambito del primo weekend noir, organizzato dalla libreria Ubik di Monterotondo.

Una collana dedicata alle storie che il nostro Paese non ha più il coraggio di raccontare. «Di Sabot/Age e’ possibile una doppia lettura: “sabotaggio” ed “Era del Sabot”, lo zoccolo di legno che, ai tempi della rivoluzione industriale, veniva lanciato dagli operai negli ingranaggi delle macchine quando erano esausti. Noi siamo esausti della menzogna che ci opprime.» (Dalla presentazione di Massimo Carlotto)

Hanno presentato la Collezione

L’Editor delle edizioni E/O Claudio Ceciarelli

Gli scrittori

Carlo Mazza con Il cromosoma dell’orchidea

Piergiorgio Pulixi con La notte delle pantere

Eduardo Savarese con Le inutili vergogne

Roberto Riccardi con Venga pure la fine

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Ha coordinato l’incontro Marco Piva

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Presentiamo questa sera un gruppo di autori seri, talentuosi, uniti in un progetto mitico nato da un’idea di Colomba Rossi e Massimo Carlotto. Una serata di grande festa da vivere insieme, perché gli unici veri destinatari dei racconti sono i lettori. Sabot-age come sabotaggio, rottura, distruzione dei paletti che riducono il nostro ventaglio di interesse e dimostrano l’importanza della categoria di genere.

Come è nata questa collana e quali sono le finalità e gli obiettivi?

Claudio Ceciarelli – Sono un editor e mi occupo di seguire il lavoro degli autori prima della pubblicazione. Per la collezione Sabot-age i primi due titoli sono usciti nel 2011 sono stati  La ballata di Mila di Matteo Strukul e Lupi di fronte al mare di Carlo Mazza. Sono poi usciti Una brutta storia di Piergiorgio Pulixi e Sinistri di Tersite Rossi.

Finora sono stati pubblicati tredici titoli, tutti nati da una riflessione sull’urgenza di costruire un contenitore editoriale che non fosse una gabbia per gli autori. Venivamo da un periodo di sovraesposizione e quasi banalizzazione del “genere” noir – poliziesco. L’idea era creare un corto circuito rischioso puntando sulla letterarietà del racconto e le qualità umane dello scrittore.

Il primo autore a presentare il suo libro è Carlo Mazza, barese di nascita, bancario di professione. Con Il cromosoma dell’orchidea, suo secondo romanzo della Collezione Sabot-age, scandaglia in maniera profonda nel malcostume politico italiano. Il cromosoma dell’orchidea fa riferimento all’abuso edilizio indiscriminato che ha causato forti rischi di natura idrogeologica.

Un problema che è molto diffuso. Non ho parlato in modo esplicito di Bari, ma ho citato una probabile città del sud. Spesso vengono descritte storie che possono avvenire ovunque, poi si localizzano e alla fine si lascia intendere, anche tramite un piccolo particolare, che quella è una realtà tipica di una determinata città. Non aver indicato una realtà specifica ha prodotto invece uno strano risultato. Quando presento il libro spesso mi viene chiesto se, quando ho scritto questa storia, mi sono ispirato in modo particolare alla loro realtà cittadina. Ma questa identificazione non è merito mio, le storie di rischio idrogeologico sono tutte uguali.

Piergiorgio Pulixi ha esordito con Una brutta storia che, come racconto noir, è una botta di adrenalina. La notte delle pantere prosegue le gesta della squadra guidata dal corrotto ispettore Biagio Mazzeo.

L’ambientazione non è specifica, quelli in cui si svolgono le mie storie sono “non luoghi”. Scrivo polizieschi e il mio autore di riferimento è Ed McBain con la sua serie di romanzi dell’87º Distretto. Lui non localizzava in una città reale le sue storie e diceva che lo faceva per avere una maggiore libertà, per non avere limitazioni dal punto di vista narrativo. Non volevo che il luogo prevalesse sui personaggi. Per questo motivo chiamo la città immaginaria “giungla”.

Roberto Riccardi presenta Venga pure la fine seguito della saga del tenente Rocco Liguori. La missione del tenente Liguori è investigare presso il Tribunale dell’Aja sul colonnello Milan Dragojevic, accusato di crimini di guerra. Questo libro contiene messaggi che sono come macigni: in guerra esiste sempre una motivazione per uccidere.

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Napoletano, scrittore, magistrato, finalista al Calvino 2012 Edoardo Savarese presenta il suo romanzo Le inutili vergogne. Con un libro così è come spingere il piede sull’acceleratore. Emerge nella sua produzione letteraria l’importanza dei ricordi. Nel rivivere e rinnovare un ricordo non c’è il rischio di rimanere ancorati al passato o uno stimolo di rivincita?

Il tema della memoria mi è molto caro, con il tema della guerra, delle stragi, del genocidio, ma credo che i personaggi di questo romanzo, come tutti, devono fare i conti con la memoria per liberarsene.

Una domanda all’editor Claudio Ceciarelli. Nel percorso della costruzione di un romanzo, quello dell’editor è un ruolo cruciale. Quali sono le modifiche necessarie da apportare a un testo senza snaturarlo?

Questo è l’aspetto più bello e difficile di questo lavoro. Io ho un’attitudine esageratamente ripiegata su me stesso. La mia non è una volontà di sovrapposizione ma di maieutica socratica, intesa come arte di aiutare.
Nella pagina iniziale di un libro ogni parola pesa una tonnellata in più perché l’autore non ha ancora acchiappato il lettore. Di solito gli editor sono essi stessi scrittori, ma in questo caso crescono quei pericoli di sovrapporsi allo scrittore, pericolo che non esiste per chi fa un altro tipo di mestiere.
Mi capita anche di sbagliare, ma sempre in buona fede e la quadratura del cerchio è che l’autore alla fine deve sentire il libro ancora più suo. Preferisco l’editing a distanza con segni in vari colori per le segnalazioni.

E se anche noi lettori riusciamo a cogliere in tutti loro stili e sfumature diverse vuol dire che ciò che l’editor ha detto è vero. Ora una domanda che potrebbe sembrare provocatoria. Parlare d’amore nei racconti noir è possibile?

Carlo Mazza – Parlare d’amore nei polizieschi è quasi vietato, ai lettori di questo genere non piace. A me è sembrata una regola così rigida che ho pensato di superarla.

Parlare d’amore per la “pantera” di Piergiorgio Pulixi è difficile, ma c’è tanta tenerezza in questo libro. Il senso di protezione nei confronti della squadra che Biagio prova, fa nascere quel senso di empatia per un personaggio che in fondo è un bastardo.

Piergiorgio Pulixi – L’amore è il motore della storia anche se è bandito nel mondo criminale, ma c’è. La saga si basa sull’amore anche se può sembrare un paradosso, è un mondo violento ma l’amore rappresenta la luce nel fondo del tunnel. È bello vedere come l’amore li cambia, li forgia o come c’è la rinuncia all’amore. I miei romanzi sono viaggi emozionali.

Anche per Rocco Liguori, il personaggio creato da Roberto Riccardi, amare non è facile, perché deve spostarsi continuamente. Secondo te è possibile per agenti impegnati in compiti così delicati vivere un amore stabile?

Roberto Riccardi – Non solo è possibile ma addirittura necessario. Nella poesia “Veglia” il poeta Giuseppe Ungaretti ci rende fortissima l’immagine del soldato che veglia il suo compagno morto. Sono diventato un autore perché la persona che amo ama leggere è una cosa da cui non prescinderei mai. Il cammino umano è talmente complesso che non si può affrontarlo da solo.

Eduardo Savarese nei suoi romanzi ci racconta di amori sofferti, travagliati, anche non vissuti. Vale la pena amare anche in determinate circostanze?

Gli amori di questo romanzo sono molto disturbanti. C’è anche tanto amore verso Dio e c’è la scena d’amore davanti all’immagine sacra. La tragedia ci rassicura sempre. C’è una dimensione nobile nella tragedia. Nei miei romanzi c’è invece una parte cinica, grottesca.

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Un incontro non convenzionale quello con gli autori della Collezione Sabot-age, affollato di scrittori di talento. Per apprezzarli al meglio non resta che leggerli.

Giusi R.