Lunedì 18 novembre alle ore 20 al Cinema Mancini di Monterotondo proiezione del film L’intrepido di Gianni Amelio, per il XXIX Festival delle Cerase. Al termine il regista ha incontrato il pubblico in sala e ha parlato della sua ultima opera, spiegando tematiche e poetiche di un film nato per raccontare l’Italia e la sua problematica quotidiana, nel coinvolgimento di due generazioni in conflitto.
L’intrepido di Gianni Amelio
con Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli
sceneggiatura Gianni Amelio, Davide Lantieri fotografia Luca Bigazzi
musica Franco Piersanti
produttore Carlo Degli Esposti
produzione Palomar, Rai Cinema, con il contributo del MiBAC
Italia 2013 durata 1h e 44’
premi e festival
Busan international film festival 2013: world cinema
La Biennale di Venezia 2013: in concorso – premio lanterna magica, premio fondazione Mimmo Rotella
Tiff – Toronto International film festival 2013: special presentations
Festival del cinema italiano di Madrid 2013: lungometraggi
Bfi London film festival 2013: journey
Mostra Internacional de cinema 2013: perspectiva internacional
Il film non si può definire una commedia e la scelta di Antonio Albanese è stata voluta, proprio per rendere più leggera la drammaticità dei temi trattati. Gianni Amelio spiega che con Albanese ho voluto usare la mimica interpretativa dell’attore per fare di Antonio Pane, un disoccupato quarantenne che di mestiere fa “il rimpiazzo”, un personaggio surreale e trasformare il tema della mancanza di lavoro in favola moderna. La mimica surreale è anche un rimando al cinema muto, in particolare nella scena iniziale, a Buster Keaton, con la gag del manovale sui ponti sospesi del cantiere edilizio. O anche al Chaplin di Tempi Moderni nel riprendere i gesti ripetitivi e meccanici della catena di montaggio. Ma il tema del lavoro è solo quello di un primo livello. In Canada al Toronto International Film Festival 2013, si è parlato non tanto del tema della mancanza di lavoro (problema che in Canada non è così impellente) ma del problema delle difficoltà del rapporto tra generazioni, che è il tema del film a un livello più profondo. L’interrogativo è: cosa deve fare un padre in crisi per dare fiducia al figlio, di quali strumenti dispone per accompagnarlo verso la guarigione? La risposta che il regista suggerisce nel finale del film è di servirsi dell’esempio, perché attraverso l’esempio del padre il figlio Ivo può trovare la forza di rinascere. Antonio “rimpiazza” Ivo sul palco e suona il sax, strumento che il ragazzo studia al conservatorio; una scena che può anche essere solo immaginata ma, sia realtà o visione, raggiunge lo scopo. La battuta più bella del film nel finale è quella di Antonio che dice a Ivo: “Cerca di volerti bene”.
All’estero hanno chiesto se in Italia esiste davvero il lavoro del “rimpiazzo”. Ma questa invenzione filmica è solo una provocazione. Antonio è un disegno animato, è un uomo di fantasia, è l’Intrepido, un personaggio che rimanda al giornalino a fumetti che ospitava nelle sue pagine personaggi avventurosi, fantastici e improbabili. Antonio è disegnato, è uno schizzo di fantasia anche se Amelio si augura che un tipo così non esista nella realtà. Quello che importa è il messaggio che questo personaggio veicola: non darsi mai per vinto, ma alzarsi ogni mattina, lavarsi, vestirsi e uscire per essere sempre pronto a ritornare a quel lavoro che dà dignità di uomo. In merito al riferimento a Chaplin a proposito del venditore di rose Amelio dice che ha voluto mostrare quello che avviene intorno a noi tutti i giorni quando incontriamo questi venditori improvvisati, ma soprattutto il degrado continuo di Antonio che arriva a “rimpiazzare” il suo amico africano fino a lavorare in Albania in una miniera: un lavoro terribile, a volte mortale. La provocazione avviene proprio attraverso i paradossi e Antonio è tutt’altro che un personaggio remissivo e rinunciatario, quanto l’estremo di un paradosso: mettersi al posto di un altro è un paradosso.
Dice Amelio: “Ho messo insieme un personaggio talmente scisso dalla realtà che l’unico modo che ha per sopravvivere è adattarsi alla realtà.” Ma la sconfitta maggiore è quella di Lucia incapace di vivere il suo presente e L’intrepido è un film pieno di domande, spesso senza risposta, così come lo è la realtà di oggi.
“La mia scena preferita – dice Amelio – per cui darei via 3 o 4 film che ho fatto è la sequenza in cui Antonio fa il badante e per convincere l’anziana donna a mangiare gli parla dell’amore che toglie l’appetito, e spiega l’amore con la metafora del solvente che si passa sui tavoli da giardino…”
La chiave di tutto il film è la tenerezza di questo personaggio surreale, mentre l’elemento più crudo è proprio il mondo dei ragazzi che nel film non s’incontrano mai, separati da un muro invisibile. Antonio ha alle spalle un passato di crescita e quindi ha gli strumenti per affrontare e superare il presente, anche quello più crudele, i giovani ne sono sprovvisti e ne escono devastati e feriti.
Un film non facile ma intenso, che spinge a riflettere e a porsi interrogativi su quanto accade oltre il personale vissuto da ciascuno di noi.
Giusi R.
Lunedì 25 novembre 2013 ore 20
Cinema Mancini Monterotondo
Proiezione film
ANNI FELICI
di Daniele Luchetti
La prevendita dei biglietti presso le librerie di Monterotondo
XXSMALL a P.za del Popolo
UBIK a Via Adige, 2
Al botteghino del Cinema Mancini dal sabato antecedente la proiezione
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